Sinfonia n. 40

 

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La Sinfonia n. 40 in Sol minore K 550 fu composta da Wolfgang Amadeus Mozart a Vienna durante il mese di luglio (mese molto produttivo per lui) del 1788.

Essa è la seconda di tre sinfonie (le altre sono la n. 39 e la n. 41 “Jupiter”) composte in rapida successione durante l’estate del 1788.

La sinfonia è una delle più ammirate e conosciute composizioni di Mozart, ed è frequentemente eseguita e registrata in tutto il mondo.

La strumentazione prevede parti per flauto, due oboi, due clarinetti (aggiunti nella seconda versione), due fagotti, due corni e archi. Da notare è l’assenza di timpani e trombe, strumenti invece generalmente presenti nelle ultime sinfonie di Mozart.

Si tratta della sinfonia più nota di Mozart. Robert Schumann arriverà ad accostarla ai criteri ideali della bellezza greca.

Originariamente considerata come esempio di grazia e leggerezza, forse confondendo la semplicità con cui vi si sviluppano e susseguono le varie melodie, appare oggi come fortemente introspettiva e di alto contenuto drammatico. Charles Rosen definisce la sinfonia “un’opera di passione, violenza e dolore”. Il minuetto è un esempio di questa drammaticità e anticipa quelle atmosfere romantiche che si ritroveranno in Beethoven e che qui appaiono trattenute, quasi nascoste.

Il musicologo tedesco Alfred Einstein la definisce “eroicamente tragica”.Descrivendo gli svolgimenti armonici della sinfonia, usa queste parole: “sono come dei tuffi negli abissi dell’anima, simbolizzati in modulazioni tanto audaci che i contemporanei di Mozart non devono essere stati in grado di seguirli e tanto sublimi che soltanto Mozart stesso poté riportarli su di un livello terreno”.