Umanesimo e Rinascimento

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UMANESIMO E RINASCIMENTO

Il Rinascimento è stato un movimento culturale che ha dominato l’Europa del 1500, sia in letteratura, che nelle arti figurative e nella musica. La musica rinascimentale segue l’età tardo medioevale e precede il Barocco. In Italia comincia dalla fine del Quattrocento e prosegue sino alla fine del Cinquecento.

La parola umanesimo indica che l’uomo è al centro del mondo si ha, infatti, una visione antropocentrica, contro la precedente visione teocentrica della realtà, che vedeva Dio al centro e l’uomo sottoposto al suo volere: l’uomo è “faber fortunae suae”, cioè artefice del proprio destino. La parola rinascimento vuole far capire che in questo periodo si rinasce dal Medioevo, un periodo buio dove non dominava la ragione ma la superstizione.

INNOVAZIONI TECNICHE, SCOPERTE, RIVOLUZIONI

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MUSICA

Nel Medioevo la musica era principalmente monodia, si suonava o cantava una melodia alla volta.

Con il Rinascimento nasce l’ars nova, la polifonia e il contrappunto. Con il termine polifonia si definisce in musica uno stile compositivo che combina 2 o più voci (vocali e/o strumentali) indipendenti, dette anche parti. Esse si evolvono simultaneamente nel corso della composizione, mantenendosi differenti l’una dall’altra dal punto di vista melodico e generalmente anche ritmico, pur essendo regolate da principi armonici. Lo stile polifonico è molto complesso e deve sottostare a moltissime regole, più sono le voci in gioco più complesso è seguire le regole. E’ chiaro che per scrivere musica di questo tipo è fondamentale aver studiato molto, nasce il vero professionismo musicale nel rinascimento e con esso molte scuole di musica che formano i futuri compositori.

I generi più importanti di questo periodo sono il madrigale e la messa. Il primo indica un genere di musica vocale profana basata sui testi di autorevoli poeti (anche del passato) come Francesco Petrarca

La seconda è il genere sacro per eccellenza, anch’esso senza intervento di strumenti e che venne poi definita “a cappella”, con riferimento alla sede in cui veniva generalmente eseguita.

I più significativi centri musicali italiani furono Roma e Venezia. Roma fu la culla della Controriforma, con la quale la Chiesa diede vita ad un’intensa opera di rinnovamento, soprattutto per arginare il protestantesimo luterano nato in quella stessa epoca in Germania. Alla luce della Controriforma  si sviluppò in ambito musicale la Scuola Romana, che ebbe in Giovanni Luigi da Palestrina  il suo più significativo rappresentante: la sua produzione infatti rappresenta uno dei vertici di bellezza e di equilibrio a cui giunse la musica polifonica dell’epoca.

A Venezia si sviluppò la Scuola Veneziana: essa fu animata, soprattutto presso la Basilica di San Marco, da una fitta schiera di musicisti, alcuni ancora di origine fiamminga come Adriano Willaert, altri autenticamente veneziani, come Giovanni Gabrieli. Essi portarono a grande risalto la tecnica dei “cori battenti”: sfruttando la particolare struttura della Basilica di S. Marco, che permetteva di disporre le voci del coro in più punti lontani tra loro, per cui si formavano suggestivi giochi d’eco, con alternanze e sovrapposizioni di solenne grandiosità polifonica. I fiamminghi (popolazione dei Paesi Bassi) furono i più bravi nel riprodurre la tecnica della polifonia.

Anche in altre zone d’Italia si affermarono musicisti di alto livello, soprattutto per la loro produzione di madrigali: ricordiamo Luca Marenzio attivo a Modena e Firenze oltre che a Roma e Venezia, e Carlo Gesualdo principe di Venosa che lavorò a Napoli ed a Ferrara.

Il luogo più importanti per la musica in questo periodo è la corte dove risiede il principe con il suo seguito di dame e gentiluomini. Il palazzo rinascimentale è il simbolo della ricchezza del principe ed ospita feste, cerimonie e banchetti. Nella corte il principe si circonda di poeti, artisti, musicisti e scienziati, sostenendoli con generosità, nasce così il mecenatismo. Il principe stesso è molto spesso un buon musicista, la musica fa parte della formazione culturale di qualsiasi nobile.

La musica per la danza ha un ruolo fondamentale nella vita di corte, le danze si alternano in lente e veloci per sorprendere ed interessare il pubblico ed i danzatori.

Tra i nuovi strumenti ricordiamo il liuto (uno strumento a corda antenato della chitarra), il violino, che affianca la viola da gamba. Nelle sale della corte troviamo spesso il clavicembalo (strumento a tastiera antenato del pianoforte) e la spinetta, versione ridotta e dunque portatile del clavicembalo.

Il madrigale è un brano vocale polifonico di grande complessità e dunque destinato ad intenditori. E’ un tipo di composizione caratterizzata da richiami continui tra testo e musica, nasce con la volontà di “simbolizzare” ovvero descrivere musicalmente i testi delle canzoni. I madrigalismi sono appunto la traduzione in musica del significato delle parole cantate, se si canta la parola “cielo” la melodia andrà volutamente verso l’alto, se si canta “cuore” sentiremo una pulsazione costante ad indicarne il battito.

Verso la fine del secolo nasce un nuovo genere di spettacolo nel quale parole, musica ed azione teatrale si mescolano in scena: si tratta del melodramma, destinato a diventare il genere più importante e popolare nei secoli successivi.